È in discussione al Senato un disegno di legge che ha come obiettivo il riordino e la regolamentazione del settore delle attività funerarie. Il fine è quello di garantire la legalità e la trasparenza dei servizi e delle funzioni in ambito funebre.
In verità però, quella che viene presentata come una semplice ma necessaria regolamentazione del settore, non è esente da costi e oneri fiscali per il cittadino e/o contribuente italiano.
La cosa che salta subito all’occhio alla prima lettura del disegno di legge è l’assoggettamento a IVA 10% dei servizi funerari, che fino a oggi erano esenti dall’imposta.
Come è facile intuire, l’assoggettamento a IVA dei servizi funerari farebbe lievitare i costi di un funerale tipo. In buona sostanza, se oggi per un funerale si spendono in media 3.000 euro, con la nuova norma la spesa aumenterà a 3.300 euro!
Allo stesso tempo, per controbilanciare il “prelievo fiscale”, il disegno di legge prevede un aumento delle detrazioni per le spese funebri, le opere edili, le lapidi cimiteriali e i relativi accessori funebri.
Questa agevolazione però è valida ovviamente per chi può avvalersi di ulteriori detrazioni fiscali, ma le famiglie a basso reddito non potranno beneficiarne, non avendo abbastanza capienza per ulteriori detrazioni. Quindi, per tali famiglie l’inasprimento fiscale sarà ancora più gravoso.
Viene previsto anche un contributo fisso per ogni funerale, pari a 30 euro rivalutati ogni anno in base al tasso di rivalutazione monetaria rispetto all’anno precedente, elaborato dall’ISTAT da corrispondersi a cura del mandatario del funerale. L’importo è destinato a finanziare la vigilanza e il controllo da parte delle aziende locali.
Come ciliegina sulla torta, il disegno di legge prevede l’obbligo per i Comuni di destinare il 20% della TASI incassata ai cimiteri monumentali affinché possano coprire i loro costi, che la nuova legge farà lievitare.
Come è facile immaginare, l’obbligo di destinare il 20% della TASI alla gestione dei cimiteri potrebbe portare i Comuni ad aumentare le aliquote della TASI.
Ma la novità che ha destato più clamore è quella che prevede una riduzione delle agenzie funebri presenti sul territorio. Il disegno di legge in discussione al Senato prevede che le imprese funebri che organizzano dai 301 ai 1000 funerali l’anno dovranno assolutamente avere tre mezzi di proprietà, più sei dipendenti assunti a tempo indeterminato e l’aggiunta di un direttore tecnico.
Nel caso in cui i funerali organizzati dall’impresa funebre siano più di 1.000, l’agenzia dovrà essere in possesso di quattro carri funebri oltre a dodici dipendenti a tempo indeterminato iscritti sul libro paga.