IL CONTROLLO DEL FISCO SUI CONTI CORRENTI

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Entro il prossimo 31 marzo le banche, le poste e gli operatori finanziari dovranno comunicare obbligatoriamente all’Anagrafe dei conti correnti, i saldi e tutti i movimenti bancari effettuati dagli italiani durante lo scorso anno.

Tali dati, confluiranno nella grande banca dati andando ad aggiornare quelli già in possesso dell’Agenzia delle Entrate, al fine di ridurre e limitare l’evasione fiscale in Italia, valutata in termini di denaro, in 90 miliardi agli euro evasi al Fisco ogni anno.

Tutti questi dati, riguardanti conti correnti e carte di credito con relativo codice fiscale e Iban, conti titoli, prodotti finanziari e assicurazioni, serviranno a costituire piccoli dossier nei quali figureranno: i saldi di inizio anno, quelli di fine anno e le giacenze medie.

Oltre a questi dati concernenti per lo più le operazione dei conti correnti bancari degli italiani, si affiancheranno ulteriori milioni di operazioni fuori conto, come ad esempio bonifici, assegni, richieste di cambi valuta ecc, e operazioni finanziarie, dove più spesso si annidano il riciclaggio e il nero, cioè le cassette di sicurezza.

Dati praticamente in tempo reale, visto che non si tratta soltanto di mettere sotto la lente versamenti, prelievi, bonifici, assegni, richieste di cambi valuta, rapporti fiduciari, certificati di deposito, buoni fruttiferi, carte di credito e di debito, numero degli accessi alle cassette di sicurezza e vendita e acquisto di oro e altri metalli preziosi, ma soprattutto di conteggiare l’importo delle somme a credito nel corso dei 365 giorni, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito o il conto risultano attivi.

In pratica, con questo nuova modalità di calcolo si mette la parola fine alla pratica abusatissima di svuotare il conto corrente il 31 dicembre per poi rimpinguarlo il primo giorno del nuovo anno per dimostrare che l’anno precedente non si era detenuta nessuna somma. E poter così, ad esempio, richiedere servizi e prestazioni agevolate, a cui in realtà non si avrebbe avuto diritto, semplicemente presentando un valore Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente) più basso di quello reale. D’ora in avanti, invece, le informazioni fornite dalle banche finiscono direttamente nel database dell’Inps che le può utilizzare per il calcolo dell’indicatore.

L’obiettivo antievasione dello Stato italiano è di battere il record storico dello scorso anno, in cui sono state recuperate risorse per 14,9 miliardi.

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