Come si gestiscono gli acconti dei clienti e la relativa IVA in fattura? Cosa differenzia la fattura di acconto dagli altri tipi e come funziona in caso di fattura elettronica? Sono i dubbi delle tante Partite IVA forfettarie soggette ad obbligo di e-fattura dal 1° luglio e per le quali è scaduto il 1° ottobre il periodo transitorio per l’applicazione delle sanzioni.
L’acconto permette al prestatore, in caso di grossi ordini di beni o di servizi di lunga durata (ad esempio nel settore edilizio), di non dover anticipare ingenti somme e limitare il rischio di insolvenza. Il committente ha infatti il vantaggio di pagare un po’ alla volta e monitorare la realizzazione di servizi e opere prima di saldare la fattura completa.
Vista la frequenza con cui professionisti e aziende concedono o chiedono acconti (per pagare ad esempio i materiali) è necessario fatturare correttamente gli anticipi, anche in caso di fattura elettronica. Tanto più che anche i piccoli operatori si trovano spesso in difficoltà dinanzi ad un acconto del cliente pagato in veste di anticipo sul corrispettivo dovuto per i beni o servizi ceduti o prestati.
Vediamo di chiarire tutti i dubbi in merito agli anticipi e alle fatture di acconto.
Come funziona un acconto?
Con il termine acconto si intende il pagamento da parte del cliente di parte dell’importo totale stabilito per un bene o un servizio. Tale transazione deve essere fatturata. La normativa di riferimento per la fattura d’acconto è il DPR 633/1972, meglio conosciuto come Decreto IVA, che ne regola l’emissione.
Quando si emette la fattura di acconto?
Ai sensi di tale normativa, la fatturazione anticipata è possibile in caso di:
- pagamento anticipato della somma complessivamente dovuta, prima della cessione dei beni/prestazioni;
- pagamento a titolo di acconto sul totale convenuto.
La fattura di acconto attesta un pagamento parziale pattuito tra le parti quando il bene non è stato ancora ceduto o il servizio effettuato. Ad essa possono far seguito altre fatture d’acconto o la fattura a saldo.
Quando il bene viene consegnato o il servizio prestato, o nel momento in cui viene firmato il contratto (in caso ad esempio di beni immobili), viene pagato il corrispettivo rimanente, ovvero il saldo.
Quando si emette la fattura: prima o dopo il pagamento?
Il citato DPR 633/1972, all’art.21, stabilisce che la fattura d’acconto debba essere emessa contestualmente all’effettuazione dell’operazione. I tempi in cui il bene/servizio vengono ritenuti “ceduti” ha tempi diversi a seconda del bene/prestazione, ai sensi dell’articolo 6:
- beni immobili: la cessione deve essere effettuata in fase di stipula del contratto;
- beni mobili: la cessione si considera effettuata contestualmente alla spedizione o consegna di beni relativi alla transazione;
- prestazioni o servizi: l’operazione si considera effettuata al momento del pagamento.
L’art. 6 al comma 4 del Decreto IVA prevede tuttavia, in caso di somme pagate anteriormente al verificarsi degli eventi oggetto di fatturazione (es. stipula del contratto, consegna o spedizione di beni mobili, pagamento del corrispettivo in caso di prestazione di servizi, etc.), o anche indipendentemente da essi, l’operazione si considera compiuta in relazione all’importo fatturato alla data indicata nel documento.
In pratica la fattura d’acconto attesta il pagamento di una parte del totale dovuto e il documento deve essere emesso nel momento in cui si percepisce la somma, ma prima dell’effettiva consegna del bene o della prestazione.
Come si fa una fattura di acconto?
La fattura d’acconto si emette fondamentalmente come una normale fattura, inserendo nella descrizione una nota come ad esempio “acconto per X”. Si tratta, a tutti gli effetti, di un documento rilevante ai fini IVA, a differenza delle fatture proforma o degli avvisi di parcella emessi dai professionisti. Questo comporta che la fattura d’acconto debba contenere le seguenti voci:
- imponibile,
- importo IVA,
- totale (somma corrisposta a titolo di acconto dal cliente).
Quando si usa il tipo documento TD02?
In caso di fattura elettronica d’acconto è necessario indicare il corretto tipo di documento nel tracciato dell’e-fattura. Il codice TD02 deve essere utilizzato in caso di pagamenti anticipati, ovvero anticipi/acconti su fatture elettroniche. Per gli acconti o anticipi sulle parcelle bisogna invece utilizzare il tipo di documento TD03.
Come si fa una fattura di saldo?
Nel momento in cui viene consegnata la merce, o il servizio prestato viene ultimato, si può procedere con l’emissione della fattura a saldo, scomputando dalla base imponibile gli acconti precedentemente fatturati (facendo precedere le somme dal segno meno “-“), così da applicare correttamente l’IVA. L’aliquota IVa da applicare deve essere la stessa del bene o servizio fatturato.
Come inserire un acconto in fattura elettronica?
In caso di la fattura elettronica di saldo, è necessario inserire nel corpo del documento il riferimento alla fattura di acconto emessa in precedenza con il relativo importo da stornare, preceduto dal segno negativo.
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